Grassi idrogenati: cosa sono e dove si trovano

I grassi idrogenati, detti anche grassi trans, sono un particolare tipo di grassi creati artificialmente per migliorare la consistenza e la conservabilità di alcuni prodotti alimentari. Se ne sente parlare spesso ed è bene sapere che non sono proprio salutari per il nostro organismo, pertanto sarebbe meglio evitarli il più possibile.

Vediamo innanzitutto cosa sono i grassi idrogenati e in che modo vengono prodotti.

Che cosa sono?

Vengono prodotti principalmente a partire dagli oli vegetali (olio di semi, olio di soia…), che contengono acidi grassi polinsaturi. Questi dal punto di vista chimico hanno dei doppi legami tra gli atomi di carbonio e idrogeno. Il processo di idrogenazione permette di spezzarli, trasformandoli in legami semplici.

Il processo di idrogenazione è stato scoperto all’inizio del XX secolo, e consiste nell’innalzare la temperatura degli oli tra i 120° e i 210°, fino ad alterarli chimicamente. Come catalizzatori vengono usati di solito il nichel, il platino o il rame.

La conseguenza è che gli oli vegetali utilizzati da liquidi diventano solidi e possono quindi migliorare dal punto di vista industriale i prodotti alimentari all’interno dei quali verranno impiegati.

Perché vengono creati?

L’utilizzo dei grassi idrogenati è ormai largamente diffuso per diversi motivi. Vediamoli insieme.

Consistenza degli alimenti

Il primo motivo per cui vengono impiegati i grassi idrogenati è sicuramente che “migliorano” dal punto di vista visivo gli alimenti. Fa sicuramente più effetto vedere una torta o del pane più solido e consistente, rispetto a un prodotto analogo poco voluminoso o che tende a sbriciolarsi.

In qualche modo diciamo che questi grassi servono a dare all’occhio la sua parte, anche se in realtà per avere sapore e fragranza non sono assolutamente necessari.

Conservazione

Il processo di idrogenazione permette al cibo di conservarsi molto più a lungo, senza però cambiarne il sapore e caratteristiche. In questo modo le industrie hanno a disposizione della materia prima che si consuma più lentamente e quindi possono permettersi di produrre su più larga scala.

Costo

Conseguenza diretta del punto sopra, è che producendo di più si possono ammortizzare i costi, vendendo degli alimenti a prezzi competitivi rispetto ad esempio ad un prodotto realizzato in maniera artigianale.

Resistenza alle temperature

Nel caso degli oli utilizzati per friggere, quelli che hanno subito un processo di idrogenazione sono più resistenti alle alte temperature e, di conseguenza, possono essere utilizzati infinite volte riducendo i costi.

Alimenti che contengono grassi idrogenati

Dove troviamo i grassi idrogenati? Ecco una lista dei principali alimenti dove questi vengono utilizzati.

  • Margarina: questo è senza dubbio il prodotto più comune che contiene grassi idrogenati. Per anni è stato proposto come un’alternativa vegetale e più salutare del burro, ma in realtà si ottiene attraverso la raffinazione di oli vegetale, che la rendono comunque nociva per la salute
  • Cioccolato: in questo caso bisogna fare attenzione a scegliere solo cioccolato puro, che contiene quindi burro di cacao come base. Il cioccolato invece che impiega altri tipi di burri vegetali, quasi sicuramente conterrà grassi idrogenati
  • Prodotti da forno e dolci industriali: grissini, brioche e cracker sono appetitosi, in alcuni casi sono ricchi di grassi idrogenati. Ovviamente basta dare un’occhiata alla lista degli ingredienti, dove questi devono essere sempre riportati per legge
  • Cibo dei fast food: gli alimenti come patatine e crocchette spesso vengono fritti con oli vegetali idrogenati per risparmiare. Ḕ bene quindi cercare di evitare i fast food perché non fanno tanto bene alla salute!
grassi idrogenati
I comuni cracker spesso contengono grassi idrogenati, attenzione!

Perché i grassi idrogenati fanno male?

Eliminare del tutto i grassi idrogenati dalla propria dieta non è possibile perché, come si è visto, sono più diffusi di quel che si crede. Ḕ consigliato però ridurne nettamente il consumo: si calcola che la percentuale massima consentita al giorno è del 2% sul totale delle calorie assunte.

Questo perché un consumo eccessivo di queste sostanze può portare a gravi conseguenze per il nostro organismo. In primo luogo, i grassi idrogenati favoriscono l’insorgere di malattie cardiovascolari, poiché abbassano il livello di colesterolo buono (HDL) e innalzano quello cattivo (LDL).

Degli studi hanno inoltre evidenziato che questi grassi sono in grado di modificare la risposta immunitaria delle cellule, rendendole più attaccabili da agenti patogeni. Non da ultimo, il nichel utilizzato nel processo di idrogenazione può dare luogo a brutte allergie e intolleranze.