Per mangiare bene è necessario sviluppare un approccio emotivo tranquillo quando si è seduti a tavola.
Prendendo come riferimento l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, i disturbi del comportamento alimentare e la selettività alimentare nei bambini sono in grande aumento.
Per favorire una vita salutare in età adulta bisogna partire dall’infanzia. Infatti, consolidare sin da bambini una buona educazione a tavola permette di diventare adulti che non inciamperanno da una dieta all’altra, senza sapersi autoregolare.
Oggi è facile recuperare le informazioni giuste online su come alimentarsi in maniera sana e bilanciata. Il web dà piramidi alimentari, suggerisce di consumare meno carne e più cibi vegetali, prediligere gli zuccheri complessi, ideare un menù settimanale variegato e completo.
Però, mangiare bene non significa solamente attenersi alle linee guida ma anche sviluppare una buona accettazione verso il cibo che viene proposto. I genitori riconoscono cosa fa bene ai loro figli, ma molte volte hanno di fronte rifiuti e forse, mossi da intenzioni positive e dalla preoccupazione di non far rimanere a digiuno il bambino, trasmettono un atteggiamento negativo nei confronti del cibo.
Chi mangia bene è chi è sereno davanti al piatto che viene proposto e che accetta varietà di alimenti diversi, non chi non mangia mai dolci.
I genitori devono stare attenti alla componente emotiva quando parlano di cibo. Frequentemente è in casa che i bambini sentono le prime categorizzazioni in “cibo sano” e “cibo non sano” o “cibo buono” e “cibo non buono”.
Potrebbe apparire come una distinzione innocua, ma al contrario categorizzare gli alimenti ed eliminarne alcuni può scaturire sensi di colpa, perché ai bambini i cibi più golosi piacciono!
La verità è che ogni alimento va bene ed è degno di essere mangiato.
Senz’altro a livello nutrizionale non tutti i cibi sono uguali ma questo significa solo che quelli meno necessari per il nostro corpo dovranno essere mangiati non così spesso.
Quindi, qual è il ruolo del genitore?