Cosa significa davvero la parola "qualità"? In un mondo dove ogni sapore può essere ricreato chimicamente, ogni colore calibrato e ogni piatto perfezionato esteticamente, cosa determina veramente la qualità di un alimento? La risposta si divide in tre categorie: qualità percepita, materiale e simbolica.
Il cibo, infatti, non è mai solo cibo: porta con sé significati, storie e simboli che riflettono chi siamo, chi vogliamo essere e con chi vogliamo condividere la nostra vita. Il cibo ha il potere di dividere e unire popoli e culture, distinguere le classi sociali e seguire l’evoluzione delle mode.
Basti pensare alle spezie, un tempo riservate all’aristocrazia e diventate via via accessibili a tutti grazie al colonialismo e alla grande distribuzione. Oppure al sushi, un tempo simbolo di esclusività, ora trasformato in un pasto "all you can eat" per le masse. Persino il corpo, con ciò che riteniamo salutare o desiderabile, segue queste mode: un tempo il grasso era simbolo di ricchezza e potere, ma con l’abbondanza di cibo, il grasso è diventato comune, mentre la magrezza è divenuta un segno di status.
Nemmeno il pane, elemento base della nostra dieta, è immune alle mode e alle trasformazioni culturali. Per millenni, il pane bianco è stato considerato un lusso riservato alle tavole dei ricchi, mentre il pane integrale, con la sua crusca e i suoi germogli, era destinato ai meno abbienti. Ma col passare del tempo, anche questo equilibrio si è rovesciato.
Nel XX secolo, con l'avvento del pane a fette e l'industrializzazione della panificazione, il pane bianco diventa comune e accessibile a tutti. Ma proprio quando il pane bianco perde la sua aura di esclusività, nasce un nuovo culto del "naturale" e del "salutare": cereali integrali, fibre e semi diventano la nuova moda. Il pane integrale, un tempo considerato grezzo, è ora visto come una scelta gourmet, simbolo di autenticità e benessere.
Le mode cambiano e con esse le storie che raccontiamo attraverso il cibo. Quello che prima era considerato un’imperfezione, ora diventa un lusso, e il pane che fa bene non è più solo nutrimento, ma un racconto di tradizione, di ritorno alla natura e di amore per la genuinità, anche se, spesso, è stato prodotto in serie e venduto sugli scaffali dei supermercati.
Negli anni si è affermata anche la domanda di grande varietà nei menù dei ristoranti, anche nell’ottica dell’inclusività: oggi persone con particolari intolleranze o con regimi alimentari differenti. Anche Nutribees cerca sempre di distinguersi in questo senso offrendo più di 150 ricette differenti!