Dieta per allergia al nichel

Oggi la redazione di NutriBees ha chiesto alla Biologa Nutrizionista Agostina Iannicelli di dare qualche consiglio su cosa mangiare e cosa evitare a chi soffre di allergia al nichel. Scopriamo cosa ci ha detto e quale tipo di dieta per allergia al nichel ci ha suggerito.

L’allergia al nichel è un fastidio piuttosto diffuso nell’ultimo decennio; è tuttavia considerata un’intossicazione data dal metallo pesante in questione essendo presente in basse concentrazioni nei suoli, nelle acque e nell’aria. Inoltre da molti anni ha un interesse industriale: viene impiegato nella realizzazione di molte leghe tra le più note c’è l’acciaio inox, che trova impiego nella realizzazione di stoviglie e anche in alcune parti di elettrodomestici.

Data l’ampia distribuzione del metallo anche in natura, oltre a essere presente in molti cibi freschi lo è anche nei cibi conservati. Alcuni alimenti sono particolarmente ricchi di nichel, il motivo principale deriva dal fatto che sia vegetali che animali lo assumono nutrendosi e bevendo; dall’altra parte troviamo tutti i cibi confezionati che assorbono una quota aggiuntiva di questo metallo pesante dal packaging. 

Ogni individuo assume mediamente una quantità giornaliera di circa 300-600 microgrammi di nichel che riveste anche un ruolo importante in alcune reazioni metaboliche. Il problema è che tale quantità supera di gran lunga il fabbisogno necessario, pari a 30 microgrammi al giorno.

Attualmente questo disturbo coinvolge il 20-25% della popolazione e si manifesta o come dermatite allergica da contatto, detta anche DAC, o come sindrome da allergia sistemica al nichel, abbreviata come SNAS.
L’ultima forma si presenta come una dermatite da contatto sistemica o DSC, con sintomi gastrointestinali, respiratori e neurologici.

Il primo passo per far fronte a questi disturbi è sicuramente quello di ridurre il contatto con il nichel. Ciò si può fare non solo evitando l’uso di prodotti contenenti nichel ma soprattutto riducendo l’introito attraverso una dieta. Questa dieta dovrebbe prima di tutto escludere gli alimenti che sono più ricchi di nichel ma anche assicurare un sano equilibrio nutrizionale.

Tale equilibrio è di fondamentale importanza perché la dieta a ridotto contenuto di nichel comporta la ridotta assimilazione di ferro. Il paziente dopo alcuni mesi tende a mostrare una anemia dovuta proprio a una dieta priva di ferro.

All’anemia devono stare particolarmente attente le donne, essendo maggiormente predisposte sia per un fattore costituzionale (ciclo mestruale, gravidanze, fibromi che inducono la perdita di ferro) sia perché l’allergia al nichel è una malattia a prevalenza femminile.

A rischio di intossicazione da nichel sono coloro che seguono particolare diete. Ad esempio nelle diete vegetariane, o ancor di più nelle vegane, si può riscontrare un contenuto di nichel superiore. Questo perché nei vegetali che si trovano in natura vi è un’alta quantità di nichel, maggiore rispetto al fabbisogno giornaliero.


Come scoprire se si è allergici al nichel

L’ allergia sistemica al nichel solfato va accertata con esami specifici, ossia il patch test. In caso di positività all’esame, si procede dapprima con l’ eliminazione temporanea (4-6 settimane) dalla dieta degli alimenti contenenti nichel (tra cui albicocche, cavoli, spinaci, arachidi, carote, pomodori, ostriche, fichi, cipolle, asparagi, lenticchie, farina di grano intero, fagioli, liquirizia, pere cotte e crude, funghi, mais, lattuga, piselli, mandorle, thè, aragosta, margarina, cacao e cioccolato, avocado, mirtilli, avena, grano saraceno, noci e nocciole, broccoli, patate, lievito in polvere, ma anche alimenti cotti o conservati in recipienti di metallo, fatta eccezione per l’alluminio).




Se il paziente trae significativi benefici sulla sintomatologia, si attuerà un test di provocazione specifico con il nichel. Solo in caso quest’ultimo risulti positivo si potrà fare una diagnosi di allergia sistemica al nichel, indirizzando poi il paziente ad un trattamento desensibilizzante specifico per via orale con il nichel solfato. In caso di sospetto iniziale di allergia, ovvero nel corso della fase di accertamento, si sconsiglia anche l’assunzione di integratori multivitaminici mentre ed è fortemente raccomandata anche l’eliminazione dell’abitudine al fumo.


Gli alimenti per chi è allergico al nichel

Passiamo ora a parlare degli alimenti che possono essere consumati per realizzare una perfetta dieta per allergia al nichel comprendono le seguenti verdure: radicchio, indivia, songino (valeriana), finocchi, melanzane, zucchine, cetrioli, barbabietole; alcuni tipi di frutta fra cui anguria, melone, pesche, banane, fragole; alcuni cereali come il riso basmati o il riso bianco, l’orzo, il miglio, la quinoa, il frumento (ove tollerato); carne bianca di qualunque tipo; pesce ad eccezione di mitili, platessa e crostacei; lievito di birra.

Ecco una tabella riassuntiva degli alimenti consentiti, con quelli da valutare e con quelli da tenere esclusi:

Alcuni consigli in linea generale

Non ultimo è bene seguire anche alcuni consigli pratici nella preparazione delle vivande.



Sarebbe buona abitudine far scorrere l’acqua per qualche minuto prima del suo utilizzo in modo che eventuali tracce di nichel presenti nelle tubature possano essere eliminate; nell’impasto dei dolci, meglio il bicarbonato come agente lievitante in alternativa al lievito in polvere; fare attenzione al tipo di stoviglie utilizzate per la cottura e la conservazione dei cibi, escludere dalla dieta tutti i cibi conservati per  evitare che le sostanze acide contenute nei cibi favoriscano la dissociazione e, quindi, il rilascio del nichel dagli utensili usati o dalle confezioni.


Questi sono i contatti della Dott.ssa Iannicelli per chi fosse interessato a ricevere un suo consulto:

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