Considerato sacro dalle antiche civiltà precolombiane, l’amaranto è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle amarantacee, oggi diffusa in tutto il mondo. Comunemente viene considerato un cereale, a causa della sua similarità con questo tipo di alimenti, anche se di fatto non lo è. Scopriamo quindi che cos’è e come cucinarlo.
Innanzitutto l’amaranto è definito un “falso cereale” al pari di altri alimenti come la quinoa, e come questa può essere considerato una valida alternativa alla pasta o al riso in quanto privo di glutine.
La varietà più comune è l’Amaranthus Retroflexus, ma in natura ne esistono circa 60 specie. Le piante di amaranto possono raggiungere gli 80-90cm di altezza e hanno dei fusti parecchio ramificati, dove in estate crescono delle infiorescenze allungate e piumate di colore rosso e arancio. All’interno delle infiorescenze si trovano i piccoli semini, che sono la parte commestibile della pianta.
Nell’antichità questa pianta era considerata sacra innanzitutto per le sue proprietà nutrizionali, che erano conosciute già dai Maya e dagli Aztechi. La pianta inoltre veniva utilizzata durante le cerimonie religiose, impastandola insieme alla farina di mais per creare delle statuette, che erano poi mangiate una volta finita la cerimonia.
Anche gli Inca utilizzavano l’amaranto per i suoi benefici curativi, e lo consideravano la pianta dell’amicizia, chiamandolo Kiwicha, che significa “il piccolo gigante”. Con l’arrivo dei conquistadores, la coltivazione di questa pianta venne abbandonata per lungo tempo, poiché gli spagnoli volevano cancellare ogni aspetto della religione pagana dei popoli conquistati.
Tuttavia nel XX secolo l’amaranto si diffuse nuovamente, dapprima negli Stati Uniti e in Messico, e poi anche in Europa, soprattutto in Polonia e Austria.
Ora che abbiamo visto cos’è, passiamo ad elencare le proprietà che lo rendono prezioso per la salute. Pur avendo caratteristiche fisiche simili a quelle dei cereali, questa pianta dal punto di vista nutrizionale ha diversi aspetti in comune con i legumi.
Innanzitutto l’amaranto ha un ricchissimo contenuto di proteine. La percentuale è infatti del 16%, tra cui spiccano parecchi amminoacidi essenziali come la lisina, di cui i cereali sono carenti. Contiene inoltre diversi sali minerali, come
Buona è anche la quantità di vitamine che apporta questa pianta; in particolare sono presenti:
Dal punto di vista energetico, l’amaranto ha nel complesso le stesse calorie dei cereali ma, a differenza di questi, è perfetto per le persone celiache, poiché è privo di glutine. Ḗ infine parecchio digeribile e adatto anche per l’alimentazione dei bambini piccoli.
L’amaranto in cucina si presta a molti differenti usi. Lo si può utilizzare infatti
Prima di essere cucinato va messo in ammollo per circa 4 ore per prepararlo alla cottura. Vediamo un paio di ricette per cucinarlo.
Ecco una ricetta velocissima da preparare ma perfetta per quando fa caldo. Basta far cuocere l’amaranto, scolarlo e poi aggiungerlo alla propria insalata. Un’idea potrebbe essere di unire cipolle rosse, fagioli, amaranto, formaggio fresco e ceci.
Ingredienti
Fate cuocere l’amaranto e le patate in acqua bollente. Una volta terminato, scolate l’amaranto, lasciatelo intiepidire, e schiacciate le patate. Nel frattempo schiacciate anche le zucchine in un colino, in modo che rilascino il più possibile la loro acqua. Impastate quindi zucchine, patate, amaranto, basilico tritato e un pizzico di sale. Formate quindi i burger e metteteli a cuocere in forno preriscaldato a 200° per circa 40 minuti.
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