Oggi il team di NutriBees ha intervistato il Dott. Francesco Garritano, biologo nutrizionista, che ci ha fornito interessantissimi consigli da seguire in una dieta per chi ha problemi con la tiroide. Ecco a voi l’intervista.
Salve a tutti, sono Francesco Garritano, biologo nutrizionista, affermato in diverse zone d’Italia ed esperto in nutrizione clinica per l’asse intestino-cervello ed in in Bio-endocrinologia e medicina di segnale. Sono autore di due libri: il mio primo libro “Il dimagrimento parte dalla testa” a cui tengo tantissimo, perché non parla direttamente di nutrizione, ma vengono sottolineate le parole chiave che devono tenere a mente le persone per riuscire a dimagrire, ed il mio secondo libro, “La dieta anti-infiammatoria”, pubblicato di recente nel 2018 e contenente tutte le informazioni essenziali per capire come approcciarsi, sia in termini di stile di vita che di nutrizione, ad una malattia autoimmune. Non a caso, mi occupo di nutrizione clinica e soprattutto di malattie autoimmuni, e il mio argomento ne “La dieta anti-infiammatoria” è proprio la tiroidite di Hashimoto.
Posso sicuramente affermare che il mio metodo che applico su ciascun paziente che si presenta è l’osservazione, l’ascolto, la comprensione e la visione d’insieme dei dati ottenuti in seguito all’anamnesi. Credo fermamente che l’ascolto e lo studio delle caratteristiche fisiche del paziente siano alla base dio una corretta anamnesi, perché ogni caso da trattare e ogni patologia presentano determinate caratteristiche che vanno affrontate con la massima professionalità e competenza.
Io mi occupo non solo del trattamento di patologie autoimmuni come la tiroidite, la fibromialgia, le MICI e tante altre, ma seguo anche molti sportivi nella loro alimentazione, come i giocatori di pallavolo, di calcio, di sport vario; seguo la dieta della donna nei diversi stati fisiologici come l’allattamento, in gravidanza e patologici come l’endometriosi, la candidosi, l’amenorrea, ecc; mi occupo di dimagrimento/ingrassamento nelle varie fasi, ho avuto casi da seguire di pazienti che dovevano essere supportati con la dieta nella patologia oncologica, nelle malattie cardiovascolari (ipertensione, infarto del miocardio, ecc), nelle malattie metaboliche (diabete 1 e 2, sindrome metabolica, dislipidemie). Ho una visione d’insieme a 360° sulla nutrizione.
Tiroide e alimentazione sono strettamente collegati tra loro. Il modo in cui reagisce l’apparato digerente alla dieta e allo stile di vita e la ghiandola tiroidea trova un’importante nesso nella patogenesi di malattie quali ipotiroidismo, ipertiroidismo, tiroidite di Hashimoto, ecc. Soprattutto riguardo la patogenesi della tiroidite di Hashimoto, malattia autoimmune molto diffusa, ho parlato a lungo e ne ho descritto i meccanismi. L’intestino, negli anni, è l’organo che ha acquisito sempre più importanza. Da esso scaturiscono le malattie autoimmuni, non è più un organo da trascurare ma centrale in questo tipo di patologie. Quando l’intestino si infiamma, a causa di numerosi fattori pro-infiammatori che si ritrovano nello stile di vita e nella dieta, si ha un’alterata permeabilità intestinale, la “Leaky-gut Syndrome”, in cui attraverso esso passano in modo indiscriminato tutte le sostanze fino a giungere nel sangue, in cui viaggiano anche tossine che mandano in confusione il sistema immunitario.
Nelle malattie autoimmuni, come la Tiroidite di Hashimoto, il sistema immunitario “sbaglia bersaglio” e, invece di difenderci, sviluppa anticorpi che attaccano l’organismo (auto-anticorpi), provocando un livello grave di infiammazione nell’organismo e come conseguenza finale si può avere la totale perdita di funzionalità dell’organo coinvolto, ma anche notevoli danni strutturali.
Innanzitutto, mi affido ad un cambiamento radicale di stile di vita e poi di pratica nutrizionale, tutto compreso nel pacchetto “dieta anti-infiammatoria”, come cambiamento di stile di vita. Alcune sembrano così complesse altre addirittura così banali, ma vi dirò, banali non lo sono, perché a volte tralasciamo aspetti che sembrano insensati ma che invece nella loro effettività rivestono delle conseguenze importanti. Bisogna prestare attenzione a tantissimi fattori, alcuni tra i quali sono i metodi di preparazione di alimenti, lo stress e il cortisolo, il sonno, l’attività fisica, ecc.
Per quanto riguarda il piano alimentare, quello proposto ai pazienti ha lo scopo di ridurre i livelli infiammatori, di ripristinare la barriera intestinale e di consentire il corretto funzionamento della ghiandola tiroide. Sono stati evitati alcuni alimenti, mentre altri sono stati assunti o integrati in quanto proprio un loro deficit può essere la causa di un cattivo funzionamento della tiroide; sono stati classificati in alimenti della zona nera, che dovevano essere eliminati per tutta la durata dello studio, quelli della zona grigia, di cui è stata testata l’individualità, ma che comunque nelle prime settimane sono stati eliminati per poi essere reintrodotti gradualmente, ed infine, gli alimenti della zona verde, che possono essere consumati liberamente.
Le prime quattro settimane che propongo nel metodo sono di detossificazione, ovvero dove non si consumano cibi pro-infiammatori e che possono peggiorare le condizioni intestinali; terminato il primo mese, si introducono alcuni alimenti, guidando i pazienti nella scelta e nei tempi, in base alla risposta individuale del paziente stesso e in base ad alcune linee guida infiammatorie molto importanti da seguire.
Inoltre, l’alimentazione, talvolta, non è sufficiente per far fronte alle carenze che limitano la funzionalità tiroidea, per cui risulta necessario integrarla tramite supplementi di sintesi.
Glutine, latticini, sale iodato raffinato, zuccheri e dolcificanti, farine raffinate, in particolare, sono sicuramente da evitare. Alcuni tra questi causano problemi direttamente con l’infiammazione da cibo, come il glutine che influisce direttamente sulla mucosa intestinale favorendo la produzione di zonulina e i latticini che, con la caseina, influiscono anch’essi negativamente sulla permeabilità intestinale.
L’ aumento della permeabilità intestinale sta alla base delle malattie di tipo autoimmune, insieme alla disbiosi intestinale, meglio definita come SIBO. A dimostrarlo è uno studio importante in merito (lo studio di Fasano), incentrato sul ruolo della funzione della barriera intestinale compromessa nella patologia autoimmune.
Mentre via libera ad alimenti quali olio extravergine di oliva, curcuma, verdura ( tranne le solanacee e le brassicacee), carne bianca, pesce fresco, aglio, batata, chufa, teff, brodo di ossa, alcuni cereali ed alcuni frutti antiossidanti!
Innanzitutto un luogo comune da sfatare è pensare che i farmaci, come la levo-tiroxina, curino i problemi tiroidei descritti: agiscono sui sintomi, ma non di certo sulle cause a monte! Poi altri errori comuni commessi da numerosi pazienti e persone che ho ascoltato sono: la scarsa idratazione, la mancanza di sonno e attività fisica, errori commessi nei metodi di preparazione degli alimenti (poco corretti), scarsa variabilità delle scelte alimentari, assunzione di alimenti vietati nel protocollo alimentare per il trattamento delle patologia tiroidea (latticini e glutine a go gò, abuso di sale da cucina, ecc…), l’eccessiva esposizione a sostanze tossiche, a fumo e alcol, a interferenti endocrini.
Lo sport e il movimento è essenziale per mobilitare e sollecitare la funzionalità della ghiandola tiroidea. Per avere un risultato soddisfacente sulla sintomatologia, si deve abbinare al protocollo dietetico l’attività fisica. In particolare, è consigliato praticare come minimo un tempo tra i 30 e i 60 minuti di movimento al giorno, ad esempio fare una camminata veloce o andare in bicicletta, oppure esercizi anaerobici ed aerobici alternati in serie.
E’ necessario essere convinti di voler migliorare, volersi bene e cercare di porsi degli obiettivi per migliorare la propria salute fisica… e anche quella interiore! Si parte proprio da un cambiamento dello stile di vita e delle abitudini alimentari.
La dieta deve essere un piacere, non un dovere, deve insegnarci come mangiare in qualsiasi occasione e perché mangiare in un modo piuttosto che in un altro. Questo significa stile di vita. Inoltre, è importante accoppiare la dieta ad una costante attività fisica che, oltre a farci bruciare massa grassa, manterrà i muscoli tonici e stimola al meglio la funzionalità delle nostre ghiandole, come l’ipofisi e la tiroide, apportando miglioramenti nel profilo patologico a carico delle stesse.
Come biologo nutrizionista, visito ogni giorno, dalla mattina alla sera, in tutta Italia, lavoro in diverse città quali Milano, Roma, Napoli, Bari, Taranto, Cosenza, Catanzaro, Catania e in provincia di Reggio Calabria e di Vibo Valentia, tutti luoghi che mi hanno permesso di essere in contatto con diverse realtà e di crescere dal punto di vista professionale.
E’ possibile contattarmi tramite i social come Facebook (Francesco Garritano – Biologo Nutrizionista) e sui miei gruppi Tiroidite ed ipotiroidismo – Fibromialgia – Morbo di Crohn e rettovcolite ulcerosa – del dott. Garritano, su Instagram (francescogarritano), su Linkedin, Twitter, ed inoltre ho il mio sito molto ampio e variegato, in cui pubblico articoli, consigli, ricette, informazioni scientifiche relative a differenti patologie e tanto altro, che potete visitare cliccando su www.francescogarritano.it .
La mia e-mail è info@francescogarritano.it
Per info e prenotazioni potete chiamare la mia segretaria al 3290092540.