In occasione dell’introduzione delle Nuove Pizze al Tegamino, abbiamo pensato di coinvolgerti in una Iniziativa Speciale: vogliamo vederti con le Mani in Pasta!
Da oggi parte il Contest #borntobeapizzaiolo, per farti vivere l’emozione di essere Pizzaiolo per un giorno.
Pizze al tegamino Nutribees: partecipa al Contest #borntobeapizzaiolo
Per partecipare, ti basterà seguire poche e semplici Regole:
Acquista una Pizza al tegamino Marinara o Margherita e divertiti a creare la tua Pizza Gourmet
Puoi aggiungere max. 2/3 Ingredienti per la Marinara e max. 2 per la Margherita
Tutti gli Ingredienti devono essere cotti
Non aggiungere Ingredienti freschi in uscita (es. No Stracciatella, No Burrata, No avocado, No uovo ecc – Sì Tonno, Pomodori secchi, Sì Nocciole frutta secca, Sì cipolla, Sì verdure ecc…)
Pubblica un Post su FB o IG o nelle Stories IG con la Foto della la tua Pizza descrivendo gli Ingredienti
Tagga la pagina diNutribees su IG o Facebook e aggiungi l’Hashtag #borntobeapizzaiolo
Una volta raccolte tutte le Immagini dei Partecipanti creeremo dei Sondaggi per decretare la Pizza Vincitrice, che verrà realizzata dai Mastri Pizzaioli e inserita in Menù.
Le immagini pubblicate senza il Tag Nutribees e l’Hashtag non potranno essere prese in considerazione. Non verranno accettate Immagini inviate in Direct.
Il Contest non è un Concorso a Premi e non prevede nessun premio in denaro al vincitore.
Il Contest scade il 7 febbraio 2023.
Sei pront* a partecipare? Non vediamo l’ora di scoprire la tua idea di Pizza Gourmet!
Molti popoli dell’estremo oriente lo definisce “elisir di lunga vita”. Ricco di benefici e dalla tradizione milleria, il kombucha è una bevanda famosa per le molteplici proprietà benefiche. Ma che cos’è esattamente? Scopriamo insieme le sue caratteristiche e come prepararla.
Che cos’è il kombucha
Affonda le sue radici più di mille anni fa nella regione della Manciuria, in estremo Oriente; da qualche anno è in voga in occidente, ormai anche reperibile in alcuni negozi specializzati in alimentazione naturale. Il kombucha è una bevanda frizzante – un tè fermentato che contiene tantissimi batteri e lieviti “amici” del nostro organismo.
Ha un colore intenso, ambrato e un sapore acidulo – simile al sidro di mele – ma in molti casi è reperibile anche in versioni aromatizzate. La fermentazione del kombucha avviene tramite la combinazione di zucchero e un insieme di batteri e lieviti che viene chiamata Scoby.
Scoby – insieme di lieviti e batteri presenti nel Kombucha
Tante tantissime proprietà
Il kombucha è considerato da sempre una bevanda dai benefici portentosi, dalle virtù depurative e amico del sistema immunitario.
Ripristina ed riequilibra la flora batterica, grazie alla presenza di molteplici probiotici vivi che aiutano il regolare funzionamento dell’intestino. Viene inoltre consigliato l’utilizzo del kombucha a chi soffre di stipsi o diarrea.
Aiuta il processo di digestione
Rafforza il sistema immunitario
Rafforza il sistema cardiocircolatorio e regola la pressione sanguigna
É un ottimo alleato per chi soffre di insonnia e di scompensi alla vista
Kombucha: come prepararlo a casa tua
É possibile preparare il kombucha anche a casa tua; ti occorrerà:
acqua
zucchero (meglio se di canna)
tè in foglia (preferisci tè neri o verdi, non aromatizzati)
scoby
starter (ingrediente base, non è altro che del kombucha di altra fermentazione, che ti aiuterà a far partire la fermentazione della tua bevanda fatta in casa)
La procedura per preparare il kombucha inizia con l’infusione delle foglie di tè (segui i tempi di infusione del tè che scegli di acquistare; ogni tè ha tempi di infusione differenti); successivamente filtralo, dolcifica con 100g di zucchero/litro e lascia raffreddare. Trasferisci il tè infuso e dolcificato in un contenitore a bocca larga e aggiungere lo starter e subito dopo lo scoby.
L’infusione del tè è il primo passaggio per creare il kombucha a casa tua
Copri il contenitore con un panno per far traspirare: questo passaggio sarà la prima parte della fermentazione. Fai fermentare per 10/15 giorni (il tempo scelto inciderà sull’acidità del kombucha e quindi sul suo gusto). Una volta passato il tempo di fermentazione puoi imbottigliare la tua bevanda e – volendo – lasciarla fermentare per un massimo di altre 48 ore: in questo modo diventerà frizzante.
Vasetti con kombucha in fermentazione
Utilizzo
Il kombucha è una bevanda adatta a tutti, dagli anziani ai bambini… addirittura anche ai nostri amici animali! Non ci sono particolari indicazioni di consumo: come per ogni alimento, è consigliato un consumo bilanciato, senza esagerazioni. Tuttavia, molti consigliano di berlo a stomaco vuoto, prima dei pasti.
Se vuoi seguire un’alimentazione varia e bilanciata puoi ordinare sul sito di Nutribees, il servizio di healthy food delivery che consegna pasti pronti in tutta Italia. Ogni settimana trovi più di 40 ricette con ingredienti selezionati.
Cibi confezionati, grassi idrogenati, zuccheri e proteine animali sono per molti alla base della propria alimentazione. Secondo la dieta alcalina però, proprio questi alimenti tenderebbero ad avere una reazione acidificante sul corpo, aumentando il rischio di malattie infiammatorie e tumori per la nostra salute.
Ecco che entrando in gioco i cibi alcalini, capaci di riportare il ph ad un equilibrio perfetto per il nostro organismo. Ma cosa sono esattamente i cibi alcalini e quali sono? Scopriamolo qui sotto.
Cosa sono e che benefici hanno
I cibi alcalini sono quegli alimenti che non alterano il ph del sangue e dei nostri tessuti, mantenendo il corpo al valore di 7. Secondo gli esperti questi cibi apporterebbero numerosissimi benefici al nostro organismo: per molti, una dieta costituita da una prevalenza di cibi acidi porta ad una perdita dei minerali essenziali, come magnesio e calcio – elementi indispensabili per le nostre ossa. Infatti, i cibi alcalini eviterebbero l’insorgere di patologie infiammatorie, ad esempio artrite, osteoporosi, calcoli renali e fenomeni cancerogeni.
I cibi alcalini aiutano a prevenire l’insorgere di patologie infiammatorie come artrite e osteporosi
Cibi alcalini: quali sono?
La dieta alcalina prevede l’assunzione di circa l‘80% di cibi alcalinizzanti e il restante 20% di cibi acidificanti. Ma quali sono quindi gli alimenti alcalini?
Vegetali: fanno parte dei cibi alcalini la maggior parte dei vegetali, in particolar modo tutta la famiglia dei cavoli e broccoli e la verdura a foglia verde come spinaci, bietole e scarola e lattuga
Patate e altri tuberi: rape, carote, ravanelli e barbabietole hanno un effetto alcalinizzante sul nostro corpo. Gli esperti consigliano di mangiarle sia crude che cotte al vapore o bollite, condite con olio extravergine di oliva
Frutta e frutta essiccata: tutta la frutta fresca, soprattutto anguria, uva e mango
acque alcalinizzanti
spezie come il peperoncino di cayenna
I vegetali, in particolare cavoli, broccoli e verdure a foglia verde, sono i principali cibi alcalini
Secondo gli studi una dieta alcalina preferisce il consumo quotidiano di questi alimenti, a discapito di proteine animali come carne, pesce, latticini, uova e cibi poveri di fibre. Da abbinare agli alimenti alcalinizzanti sono consigliati i cereali integrali, facendo attenzione a seguire alcune associazioni alimentari come
cereali e frutta
verdura e proteine
semi e frutta
verdure e cereali
Il menù di Nutribeesoffre tantissime soluzioni e abbinamenti perfetti per la dieta alcalina, come la Buddha Bowl di grano saraceno e avocado: un concentrato di energia che abbina i cereali integrali a verdura e grassi buoni.
Buddha bowl di grano saraceno e avocado
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Considerato sacro dalle antiche civiltà precolombiane, l’amaranto è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle amarantacee, oggi diffusa in tutto il mondo. Comunemente viene considerato un cereale, a causa della sua similarità con questo tipo di alimenti, anche se di fatto non lo è. Scopriamo quindi che cos’è e come cucinarlo.
Cos’è e perché era sacro
Innanzitutto l’amaranto è definito un “falso cereale” al pari di altri alimenti come la quinoa, e come questa può essere considerato una valida alternativa alla pasta o al riso in quanto privo di glutine.
La varietà più comune è l’Amaranthus Retroflexus, ma in natura ne
esistono circa 60 specie. Le piante di amaranto possono raggiungere gli 80-90cm
di altezza e hanno dei fusti parecchio ramificati, dove in estate crescono
delle infiorescenze allungate e piumate
di colore rosso e arancio. All’interno delle infiorescenze si trovano i piccoli semini, che sono la parte
commestibile della pianta.
Nell’antichità questa pianta era considerata sacra innanzitutto per le sue proprietà nutrizionali, che erano conosciute già dai Maya e dagli Aztechi. La pianta inoltre veniva utilizzata durante le cerimonie religiose, impastandola insieme alla farina di mais per creare delle statuette, che erano poi mangiate una volta finita la cerimonia.
Anche gli Inca utilizzavano l’amaranto per i
suoi benefici curativi, e lo consideravano la pianta dell’amicizia, chiamandolo
Kiwicha, che significa “il piccolo gigante”. Con l’arrivo dei
conquistadores, la coltivazione di questa pianta venne abbandonata per lungo
tempo, poiché gli spagnoli volevano cancellare ogni aspetto della religione
pagana dei popoli conquistati.
Tuttavia nel XX secolo l’amaranto si diffuse nuovamente, dapprima negli Stati Uniti e in Messico, e poi anche in Europa, soprattutto in Polonia e Austria.
Le proprietà benefiche dell’amaranto
Ora che abbiamo visto cos’è, passiamo ad elencare le proprietà che lo rendono prezioso per la salute. Pur avendo caratteristiche fisiche simili a quelle dei cereali, questa pianta dal punto di vista nutrizionale ha diversi aspetti in comune con i legumi.
Innanzitutto l’amaranto ha un ricchissimo contenuto di proteine. La percentuale è infatti del 16%, tra cui spiccano parecchi amminoacidi essenziali come la lisina, di cui i cereali sono carenti. Contiene inoltre diversi sali minerali, come
Fosforo
Magnesio
Calcio
Ferro
Buona è anche la quantità di vitamine che apporta questa pianta; in particolare
sono presenti:
Vitamina
B3 o Niacina, utile per il metabolismo, la circolazione e la respirazione
cellulare
Vitamina
B9 o piridossina, che serve alla produzione dei globuli bianchi e rossi
Vitamina
E, dal potere antiossidante
Dal punto di vista energetico, l’amaranto ha nel complesso le stesse calorie dei cerealima, a differenza di questi, è perfetto per le persone celiache, poiché è privo di glutine. Ḗ infine parecchio digeribile e adatto anche per l’alimentazione dei bambini piccoli.
Come cucinare l’amaranto
L’amaranto in cucina si presta a molti
differenti usi. Lo si può utilizzare infatti
In grani, sia asciutti che in
brodo. Questi cuociono in poco tempo e sono perfetti per arricchire minestre,
zuppe, crocchette o insalate. I grani di amaranto inoltre si possono aggiungere
all’impasto di biscotti e pane per renderli più croccanti
Farina, da mischiare
insieme alle farine di frumento, farro o kamut per preparare del pane fragrante
e delle gustose gallette
Chicchi soffiati: questi vengono
venduti già pronti all’uso e li si può far scoppiare in padella come se fossero
dei popcorn. Ottimi per la merenda!
Prima di essere cucinato va messo in ammollo per circa 4 ore per prepararlo alla cottura. Vediamo un paio di ricette per cucinarlo.
Insalata di legumi, verdure e amaranto
Ecco una ricetta velocissima da preparare ma perfetta per quando fa caldo. Basta far cuocere l’amaranto, scolarlo e poi aggiungerlo alla propria insalata. Un’idea potrebbe essere di unire cipolle rosse, fagioli, amaranto, formaggio fresco e ceci.
Burger vegani di amaranto e zucchine
Ingredienti
500g
di amaranto
2
zucchine
2
patate
Basilico
Sale
Fate cuocere l’amaranto e le patate in acqua
bollente. Una volta terminato, scolate l’amaranto, lasciatelo intiepidire, e
schiacciate le patate. Nel frattempo schiacciate anche le zucchine in un colino,
in modo che rilascino il più possibile la loro acqua. Impastate quindi
zucchine, patate, amaranto, basilico tritato e un pizzico di sale. Formate quindi
i burger e metteteli a cuocere in forno preriscaldato a 200° per circa 40
minuti.
Se ti piacciono gli ingredienti insoliti ma
salutari come l’amaranto, su Nutribees
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le tue ricette preferite, la consegna a domicilio è gratuita!
Mangiare di stagione frutta e verdura è importante per la nostra salute e per l’ambiente. Hai ragione, è difficile non desiderare i pomodori o le fragole in pieno inverno. Tuttavia, consumare ortaggi e frutta durante il corso naturale di maturazione, rende gli alimenti ricchi di proprietà nutritive. In questo articolo scopriamo quali sono le verdure invernali e perché è consigliato consumare alimenti di stagione.
Ortaggi: cosa mangiare in inverno?
Le temperature invernali mettono sempre a dura prova le coltivazioni. Per questo gli orti ospitano molte meno varietà di ortaggi rispetto ai periodi con temperature miti. Ma non c’è da disperarsi: anche durante i mesi di gelo non mancano sicuramente delle verdure gustose da consumare in cucina. Ti stupirai di quante verdure invernali esistano, ma prima è importante fare una distinzione. Le verdure invernali si suddividono in due macro categorie: verdure piantate a fine autunno e che maturano nel periodo primaverile, o verdure piantate in estate e raccolte durante i mesi di freddo.
Tra le verdure che maturano in primavera troviamo
piselli
fave
cipolle
aglio
verdure invernali: cosa matura con il freddo
Le verdure invernali per eccellenza invece sono il radicchio, carote, sedano, spinaci, catalogna, rucola, asparagi, sedano rapa, cime di rapa. E ancora cicorie, porro, cardo, barbabietole, ravanelli, indivia, carciofi, scalogno, pastinaca, biete, broccoletti, cavolfiore, cappuccio, cavolo rapa, cavoletti di Bruxelles, verza.
Il cavolfiore è un’ottima verdura invernale ricca di proprietà
Nel mese di gennaio noi di Nutribees abbiamo lanciato una campagna dedicata al benessere e alla sana alimentazione. #inizioalmeglio si concentra sull’ iniziare al meglio questo nuovo anno, partendo da un’alimentazione bilanciata. Per questo abbiamo deciso dedicare ad ogni settimana del mese, un alimento. Cereali, frutta secca, verdure invernali e legumi sono le quattro categorie alimentari per seguire una dieta sana ed equilibrata. Durante la settimana dedicata alle verdure invernali ci siamo focalizzati su alcuni piatti gustosi presenti del nostro menù, dove le verdure fanno da padrone.
Ecco alcuni piatti:
Spiedini di pesce con broccoli e cavoletti: queste due verdure invernali sono ricchissime di vitamine del gruppo A,C,E,K,B.
Polpette di cefalo con carciofi e funghi saltati: i carciofi sono ricchi di antiossidanti e aiutano a contrastare il colesterolo alto.
Tagliata di pollo al melograno con radicchio ripassato: il radicchio è un alimento depurante, utile a chi soffre di problemi alla pelle come psoriasi e a chi soffre di insonnia.
Sgombro olio e limone con cicoria aglio e peperoncino: la cicoria stimola l’azione su fegato e reni, incentivando la liberazione di tossine dall’organismo.
Beyond burger con hummus di barbabietola e fagiolini: la barbabietola è ricca di fibre, potassio e betaina, che migliora la funzione epatica.
Sgombro olio e limone, con cicoria aglio e peperoncino e riso integrale
Alcuni motivi per mangiare di stagione
Come abbiamo già detto, consumare frutta e verdura di stagione è assolutamente conveniente per la nostra salute e per l’ambiente. Come mai? Uno dei primi motivi vantaggiosi è sicuramente il costo: comprare verdura di stagione ti farà risparmiare soldi, perché non viene utilizzata energia aggiuntiva per la coltivazione. Un altro motivo è che mangiare di stagione ti garantirà di nutrirti con alimenti ricchi di principi attivi e nutrienti. Infatti, un alimento coltivato durante una stagione sbagliata potrebbe risultare meno nutriente. A questo discorso ci si allaccia infine il gusto. Lo sanno anche i muri: frutta e verdura di stagione profumano e sono molto più gustosi!
Il tamarindo è il frutto della pianta sempreverde “Tamarindus indica”, originaria dell’Africa, ma diffusa anche in Asia meridionale, Sud America e Caraibi. Detto anche “dattero dell’India”, questo frutto è un vero e proprio concentrato di proprietà nutrizionali. Spesso capita di sentirlo nominare, ma non lo consumiamo tutti i giorni. Può essere quindi utile scoprire un po’ di cose sul tamarindo: cos’è, proprietà e come utilizzarlo in cucina.
Tamarindo: cos’è?
Il tamarindo può essere paragonato a una grossa arachide, a causa della sua
forma a baccello curvo e legnoso di colore marrone. I frutti sono lunghi circa
15cm e con la maturazione tendono a diventare sempre più secchi. All’interno
del baccello abbiamo poi una polpa dal sapore aspro che racchiude i semi.
Grazie alle sue numerose proprietà, il
tamarindo viene utilizzato sia in cucina che nell’industria cosmetica. In
commercio lo si può trovare abbastanza facilmente; il tamarindo viene infatti
venduto nei negozi di alimenti esotici oppure nei grossi supermercati.
Se è la prima volta che lo acquisti, ecco un
po’ di consigli per scegliere quelli più
buoni:
Devono
avere un certo peso, quindi tenendoli in mano non li devi sentire leggeri (e
quindi con poca polpa)
Il
baccello non deve presentare crepe o rotture
La
polpa non deve avere un odore troppo forte e il sapore deve essere sì aspro, ma
non acido
A proposito di polpa, questa è costituita al 31% da acqua, al 57% da zuccheri e al 5% da fibre. Vi sono poi anche grassi, proteine, vitamine e sali minerali. Si tratta di un alimento completo, insomma!
Le numerose proprietà
Scopriamo più nel dettaglio quali sono le
proprietà del tamarindo e i benefici che
può portare alla salute del nostro corpo. Già nell’antichità questo frutto era
noto per la sua azione benefica, soprattutto per curare la febbre reumatica.
Con il passare delle epoche abbiamo scoperto tutte le preziose sostanze di cui
è ricco, ed è stato quindi possibile approfittare delle sue componenti nutrizionali.
Per cominciare, la polpa del tamarindo
contiene una serie di oli volatili
dal potere antiossidante, utili per combattere i radicali liberi, come
Limonene
Acido
cinnamico
Safrole
Acido
tartarico
Geraniolo
Alcuni studi hanno poi dimostrato che gli
antiossidanti del tamarindo hanno un’efficace azione per prevenire l’invecchiamento dei tessuti e rafforzare le difese
immunitarie.
Il tamarindo svolge inoltre un’azione di
controllo degli zuccheri nel sangue – ottimo per chi soffre di diabete – ed è ricchissimo di fibre, che lo rendono
perfetto per regolarizzare l’intestino.
Tamarind fruit with seeds
La polpa viene infatti utilizzata come
lassativo, mentre le foglie, consumate sotto forma di decotto, sono un ottimo
rimedio contro la colite. Il tamarindo funziona anche contro il mal di stomaco, infatti l’estratto viene spesso usato
nella medicina omeopatica a questo scopo.
Ma non finisce qui. Questo frutto ha delle fantastiche proprietà anti colesterolo e, grazie al contenuto di potassio e magnesio, è in anche in grado di regolare la pressione sanguigna, il che lo rende perfetto per prevenire le malattie cardiovascolari.
Come si utilizza in cucina?
Con il suo alto potere nutritivo (circa 240
calorie per 100g), il tamarindo può essere consumato sia puro che cucinato in vari modi. In occidente questo frutto è
conosciuto più che altro come spezia, o impiegato in gelatine e marmellate.
Nel mondo orientale invece viene usato per insaporire molti piatti, tra cui zuppe con riso e legumi o piatti di carne e pesce. Ecco due ricette per utilizzare il tamarindo in cucina.
Family having Indian food
Sciroppo
750g
di polpa di tamarindo
1,5l
d’acqua
Zucchero
Fai bollire la polpa di tamarindo per circa un quarto d’ora, dopodiché aggiungi lo zucchero e prosegui l’ebollizione per altri venti minuti. Filtra e versa in una bottiglia lo sciroppo ottenuto, che potrai utilizzare per preparare ghiaccioli e granite.
Riso indiano al tamarindo
Riso basmati
Pasta di tamarindo (la trovi già pronta in vasetto)
Fai cuocere il riso basmati al vapore, mentre
in una padella fai rosolare un po’ di cipolla con quattro cucchiai d’olio. Aggiungi
poi i semi di finocchio, il peperoncino essiccato e la curcuma, continuando a
mescolare.
Unisci poi al composto un cucchiaio di pasta
di tamarindo, che darà consistenza alla salsa. Aggiusta di sale e condisci il
riso: un piatto insolito ma saporito!
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Sono ricchi di grassi sani, fondamentali da utilizzare in alimentazione quotidianamente e contengono molte fibre, vitamine e proteine. Di cosa stiamo parlando? No, non dei soliti frutta, verdura e cereali. Questa volta parliamo di frutta secca e semi oleosi. In questo articolo puoi scoprire cosa sono, quali sono e perché sono così importanti per la tua alimentazione sana.
Quali sono: le tipologie
Prima di annoverare le molteplici proprietà positive per l’organismo dei nostri protagonisti, cerchiamo di fare una distinzione: la frutta secca non è altro che la frutta a guscio – di cui noi conosciamo mandorle, nocciole, noci, pinoli, pistacchi, anacardi, noci Pecan o di Macadamia, arachidi. I semi oleosi invece sono ad esempio i semi di lino, sesamo, canapa, semi di girasole, semi di zucca, semi di papavero, semi di chia.
frutta secca e semi
Sono entrambi alimenti costituiti principalmente da grassi insaturi – positivi per la salute del nostro organismo. Nella piramide alimentare occupano la terza posizione accanto all’olio d’oliva e agli altri grassi “buoni”. Per questo, è consigliato un uso quotidiano, di circa 3 porzioni al giorno.
Se non sai giostrarti tra porzioni e macronutrienti, puoi compilare il nostro test nutrizionale gratuito: inserendo alcune specifiche sul tuo fisico e le tue abitudini alimentari, ti verranno dati alcuni consigli di alimentazione e i piatti più adatti alle tue esigenze.
Come accennato poco fa, frutta secca e semi sono una fonte importante di acidi grassi insaturi. Questi due ingredienti godono dell’assenza di colesterolo e della quasi presenza di grassi saturi, caratteristica degli ingredienti di origine animale. Una cosa che non tutti sanno è che frutta secca e semi sono anche ricchissimi di fibre, proteine (possono arrivare anche ad avere circa 30g di grassi per 100g). Da tenere in conto sono anche i minerali come ferro, calcio, magnesio, selenio e zinco. Per quanto riguarda l’apporto di proteine – tuttavia – non è da considerare troppo nel calcolo dei macronutrienti giornalieri, in quanto la porzione da assumere di questi alimenti è comunque piccola (massimo 30-40g).
Utilizza la frutta secca o i semi negli spuntini per arrivare alla quota di grassi da assumere durante la giornata
Frutta secca e semi: come li utilizzo in cucina?
Grazie alle molteplici tipologie, frutta secca e semi oleosi si utilizzano in tantissime preparazioni e pietanze, sia dolci che salate. Un primo esempio è quello di utilizzare questi alimenti in purezza, durante la colazione: aggiungi frutta secca e semi allo yogurt, una manciata di cereali e un frutto. In questo modo avrai un primo pasto sano, completo e bilanciato. Un’altra variante dolce – in voga in questi ultimi anni – è la barretta energetica.
Parlando di salato, questi due alimenti vengono utilizzati in svariate preparazioni e in diverse cucine di tutto il mondo. Prova ad abbinarli in pietanze come insalate, zuppe e piatti unici: oltre a conferire sapore, daranno alle tue preparazioni croccantezza!
I semi di zucca conferiscono sapore e croccantezza al risotto
Un ultimo utilizzo in cucina di frutta secca e semi è sicuramente la crema spalmabile. Per i più golosi, come non citare la famosa crema di nocciole o di pistacchi, il burro d’arachidi o mandorle. Non mancano le soluzioni salate, come la famosa tahin – una crema a base di sesamo – e i famosi pesti, a base di pinoli, noci o pistacchi.
Noi diNutribees creiamo i piatti ispirandoci alla regola del piatto sano e della dieta mediterranea. La frutta secca e i semi sono due ingredienti fondamentali per la creazione e l’equilibrio del nostro menù settimanale.
Wok di pollo con anacardi e verdure saltate
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Sono ad alto valore nutritivo e rappresentano uno dei sette gruppi degli alimenti base dell’alimentazione sana. Ammettilo, spesso ti dimentichi di inserirli nella tua dieta, ma i legumi sono veramente importanti. In questo articolo scoprirai meglio cosa sono i legumi, le loro proprietà nutritive e benefici.
Sai cosa e quali sono i legumi?
Prima di scoprire le caratteristiche nutrizionali, sai cosa sono i legumi? Non sono altro che i semi commestibili contenuti nei baccelli delle piante Leguminose.
Essiccati o freschi,i legumi esistono in tutto il mondo e in tantissime varietà. I più comuni sono:
fagioli: borlotti, cannellini, fagioli rossi, con l’occhio, neri, di Spagna, azuki. I fagioli sono ottimi per la salute del cuore e sono un alimento antinfiammatorio.
piselli: va consumato solitamente in primavera, secondo stagionalità e agisce come alimento depurativo per l’organismo; contiene tantissime fibre e potassio.
lenticchie: forse tra i legumi con meno grassi in assoluto, sono alleate contro l’anemia – grazie al forte contenuto di ferro e vitamine del gruppo B
ceci: sono legumi ricchi di acido linoleico – quello contenuto nell’olio extravergine d’oliva – che aiuta a tenere d’occhio colesterolo e trigliceridi.
fave: ricche di antiossidanti e di lisina, un aminoacido essenziale presente nel collagene – importantissimo per la pelle.
Fagioli azuki rossi: legumi tipici del Giappone
Tra i meno conosciuti e usati, ci sono
soia: rispetto a tutti gli altri, la soia contiene un elevato apporto di proteine (circa 36mg per 100g). Inoltre, la soia contiene fitoestrogeni – che aiutano a prevenire alcuni tumori, come quelli al seno e alla prostata.
lupini: aiutano a ridurre i picchi glicemici e contengono un buon apporto di proteine vegetali.
cicerchie: simili ai ceci, sono ottime nelle zuppe e da utilizzare sotto forma di farina, per preparare pane e focacce.
carruba: forse uno dei legumi meno utilizzati e conosciuti, spesso viene utilizzata come sostituto del cioccolato,
arachidi: no, non stai sognando. Gli arachidi – ebbene sì – fanno parte della famiglia dei legumi. Sono ricchissimi di grassi, ma anche di proteine vegetali (circa 30g per 100g) e vanno consumati con moderazione.
Gli arachidi fanno parte della famiglia delle leguminose
Proprietà nutrizionali
Per quanto riguarda le proprietà nutrizionali, i legumi detengono il primato come proteine vegetale per eccellenza; infatti, l’apporto di proteine di questo alimento è quasi pari a quello della carne. Sono poi ricchi di fibre e sali minerali. Nonostante un apporto calorico piuttosto basso, le leguminose hanno un valore energetico importante – tra i più elevati degli alimenti di origine vegetali.
Una delle caratteristiche fondamentali di questi alimenti è quello di combattere il colesterolo: grazie alle saponine – i legumi contrastano il colesterolo cattivo, impedendone l’assimilazione. Sono utilissimi per l’intestino, dotati di fosforo, calcio e ferro: se mangiati freschi, sono inoltre ricchi di vitamina C.
Ecco qualche informazione sulle saponine
Se vuoi inserire i legumi all’interno della tua dieta, ma non sai come e in quante quantità, compila il nostro test nutrizionale gratuito: ti verranno consigliati i piatti più adatti a te e le indicazioni su una corretta alimentazione.
Dopo aver scoperto tutte le proprietà di questo alimento, è bene ora imparare a utilizzarlo al meglio. I legumi – pur contenendo un ottimo apporto di proteine – non possiedono, a differenza della carne, un profilo proteico completo. Per completare la catena aminoacidica e rendere le proteine “forti”, i legumi andrebbero consumati insieme ai cereali. Infatti, i cereali sono ricchi di metionina e cistina (aminoacidi), di cui i legumi sono carenti.
La composizione del piatto perfetto quindi prevede 2/3 di cereali e 1/3 di legumi: via libera quindi a piatti con mix di cereali e legumi, zuppe e insalatone. Noi di Nutribees ogni settimana inseriamo nel menù tantissimi piatti a base di cereali e legumi. La nostra filosofia si ispira alla dieta mediterranea, garantendo nei nostri piatti equilibrio, leggerezza e gusto. Non perdere l’occasione di provare la nostra insalata di avena, spinacino e fagioli azuki oppure il nostro famoso risotto alla lacrima di Morro, ceci e cipolla caramellata.
Avena con spinacino, fagioli azuki e mandorle tostate
Digeribilità: prevenire il gonfiore
Spesso quando si mangiano i legumi si accusa forte gonfiore e si finisce per abbandonarne il consumo. Questo succede perchè nelle bucce che ricoprono il seme sono contenuti degli oligosaccaridi che l’intestino non digerisce facilmente – provocando così gonfiore e indigestione. Quando perciò si cucinano i legumi secchi, vanno precedentemente messi in ammollo per mezza/un’intera giornata: in questo modo sarà più veloce ultimare la cottura ed eliminare tutte le sostanze antinutrizionali presenti. Infine, per evitare ancora di più il gonfiore e spesso disturbi di flatulenza, cerca di acquistare legumi già decorticati oppure preoccupati di togliere la buccia prima di mangiarli.
Con il nome di edulcorante maltitolo si intende uno dei dolcificanti più
utilizzati nell’industria alimentare al posto del comune zucchero. Si tratta di
una sostanza creata in laboratorio, che viene utilizzata soprattutto per la
preparazione di caramelle e chewing-gum e nei
prodotti dolciari per diabetici.
Viene inoltre impiegata
Per
dolcificare e coprire il sapore di alcuni medicinali (es. gli sciroppi)
Nei
prodotti per l’igiene del cavo orale
Dal punto di vista chimico il maltitolo viene
classificato tra i dolcificanti polialcoli, cioè quelle sostanze (come anche il
sorbitolo e il mannitolo) che hanno un
minore impatto glicemico sull’organismo e un più basso potere dolcificante
rispetto al saccarosio.
Ma scopriamo più nel dettaglio cos’è il maltitolo e i motivi per cui viene utilizzato.
Edulcorante maltitolo: di cosa si tratta?
Il maltitolo non è presente in natura, fatta
eccezione per alcune piccole quantità trovate nel malto tostato e nelle foglie
di cicoria. La sostanza viene infatti realizzata chimicamente a partire dal
maltosio, che a sua volta proviene dall’amido di mais.
Sulle etichette degli alimenti a volte lo si trova indicato con la dicitura E965, ma è un dolcificante talmente comune che quasi sempre si scrive il nome per esteso. Questo dolcificante viene inoltre venduto anche in polvere o sciroppo, da utilizzare al posto dello zucchero.
Non a caso, l’edulcorante maltitolo ha un
sapore dolce del tutto simile a quello del comune saccarosio, e per questo
motivo ne è un ottimo sostituto. Per
l’esattezza, il suo potere dolcificante è pari al 75% di quello dello zucchero.
Non solo: spesso lo si preferisce ad altri dolcificanti artificiali come saccarina o il ciclamato perché, a differenza di questi, non lascia un retrogusto amarognolo in bocca.
Caratteristiche della sostanza
Quando si parla di edulcorante maltitolo,
sono però soprattutto le caratteristiche fisiche e chimiche della sostanza che
la rendono interessante dal punto di vista alimentare.
Innanzitutto il maltitolo è meno calorico del saccarosio (il primo
fornisce 2,1 calorie per grammo contro le 3,9 del secondo), il che lo rende
ottimo per chi sta effettuando una dieta dimagrante. Spesso viene infatti
consigliato a persone in forte sovrappeso o obese.
Un’altra caratteristica interessante è che, a differenza del normale zucchero, non provoca la carie. Alcuni studi hanno inoltre rilevato che è addirittura in grado di prevenire la formazione della placca dentale, motivo per cui questa sostanza compare spesso tra gli ingredienti di dentifrici e colluttori.
A differenza di altri dolcificanti, pare che il maltitolo non provochi carie, bensì aiuti a prevenire la placca sui denti
Non da ultimo, l’edulcorante maltitolo:
È termostabile, quindi può essere
utilizzato in cottura
Non altera sapore, colore e
consistenza degli impasti
Edulcorante maltitolo: perché fa bene in caso di diabete
Come si è già detto però è il basso indice
glicemico che fa del maltitolo un dolcificante parecchio impiegato nella
preparazione di alimenti per soggetti diabetici. Questo è infatti pari a 53, contro un indice 100 del
glucosio e 70 del saccarosio.
In altre parole, il dolcificante maltitolo,
rispetto alle altre due sostanze, viene assorbito nel sangue più lentamente, evitando che si verifichi il picco
glicemico tipico di chi soffre di diabete.
Altra caratteristica che rende il maltitolo perfetto per chi soffre di questa patologia, è il fatto che sia insulino-indipendente. Questo significa, una volta ingerito, la sua presenza nel sangue non influisce sui livelli di insulina e quindi non è pericoloso per un organismo che non è in grado di riprodurla.
Edulcorante maltitolo: fa male?
A proposito di edulcorante maltitolo se ne
sentono tante. Senza dubbio la sostanza offre molti vantaggi anche se, come per
altri additivi chimici, vi sono ancora dei dubbi su una sua presunta nocività
per la salute.
Quello che è certo è che, se si esagera con le quantità, può dare problemi di tipo intestinale. Le sostanze dette polialcoli, di cui il maltitolo fa parte, hanno infatti tendenza a provocare crampi addominali e avere un effetto lassativo.
Attenzione a non esagerare con le dosi! L’edulcorante maltitolo può dare problemi all’intestino
Per evitare questo brutto effetto
collaterale, basta però non consumare troppi alimenti che lo contengono. Di
solito sulle confezioni sono riportare le dosi consigliate, in modo da non
sbagliare.
Per concludere, sono stati fatti degli studi
per capire se l’edulcorante maltitolo sia seriamente pericoloso e possa provocare
patologie gravi. In realtà non si è mai arrivati a dei risultati certi, perciò
ad oggi la sostanza è considerata sicura.
Se sei attento alle problematiche della salute vorrai certamente avere un’alimentazione equilibrata e priva di sostanze dannose.
Nel nostro menu troverai più di 40 ricette nuove alla settimana con consegna direttamente a casa tua. Inoltre, accedendo alla tua area personale, potrai ordinare nell’apposita sezione tantissimi snack, bevande e prodotti per la colazione sani e genuini!
Si sa che la frutta secca fa bene al nostro organismo: non a caso è stata segnalata dai nutrizionisti di tutto il mondo come cibo consigliato da assumere quotidianamente. Le noci in particolare sono molto salutari per il nostro corpo, perché ricche di grassi buoni e fibre. Trattandosi però di un cibo molto energetico, bisogna stare attenti al rapporto tra noci e calorie.
Le noci
fanno ingrassare?
Come per qualunque altro alimento la risposta è no, a patto che non si esageri.
Non dobbiamo dimenticare infatti che, bisogna mangiare di tutto e nelle giuste quantità, anche per ciò che
concerne gli alimenti che fanno bene.
Scopriamo insieme le calorie delle noci e tutte le fantastiche proprietà di questo frutto oleoso.
Calorie noci: ci fanno ingrassare?
Le noci sono molto caloriche: si calcola che
in media forniscono 610-660 kcal per 100
grammi. Sono infatti consigliate come snack spezza fame e indicate per gli
sportivi perché danno tutta l’energia necessaria a svolgere attività fisica.
Nonostante la grande quantità di calorie, le noci sono tuttavia indicate anche per chi vuole perdere peso, perché ricche di fibre, dall’alto potere saziante. Consumandole come spuntino oppure a colazione non si rischia quindi di mangiarne troppe come può accadere ad esempio con le merendine o gli snack salati che invece non saziano e lasciano la voglia di mangiare ancora. Sul sito di Nutribees puoi trovare una grande scelta di snack, come yogurt, frutta secca e barrette a base di noci! Puoi sfogliare il menù snack una volta completato il tuo ordine dei piatti, accedendo all’area personale.
Imposta i tuoi spuntini con una porzione di frutta secca, come le noci
Acido linoleico
Ma non è tutto. Le proprietà dimagranti delle
noci sono dovute inoltre al loro alto contenuto di grassi insaturi, in particolare acido linoleico. Studi
in questa direzione sono stati condotti negli Stati Uniti dalla Georgia
University, e in seguito confermati poi dalla Oregon State University.
L’acido linoleico contenuto nelle noci è un’importante
fonte di acidi grassi Omega 6, che
sono utili a prevenire le malattie cardiovascolari e abbassare i livelli colesterolo cattivo (LDL) nel sangue. Per
proteggere il cuore, si dice infatti che bastino tre noci al giorno. I grassi
insaturi sono metabolizzati più velocemente rispetto a quelli saturi, e non si
accumulano nella massa grassa, motivo per cui sono utili a mantenere il proprio perso forma.
Come però è già stato detto, non bisogna esagerare con le quantità perché, banalmente, se si va oltre il proprio fabbisogno calorico, si aumenta di peso. Gli Omega 6 contenuti nelle noci vanno inoltre bilanciati con la corretta quantità di acidi grassi Omega 3. Si raccomanda qui di consumare due o tre porzioni di pesce azzurro alla settimana, in modo da beneficiare di entrambe le sostanze.
Con il nostro test nutrizionale – oltre a scoprire il tuo peso e fabbisogno ideale – puoi scoprire la quantità di ogni alimento per porzione che dovresti mangiare secondo le tue esigenze. Puoi cliccare qui ed eseguire il test gratuitamente!
Le noci sono un alimento gustoso e completo. La loro azione protettiva del sistema vascolare è resa possibile anche dal loro contenuto proteico. In particolare, tra gli aminoacidi abbiamo l’arginina, che serve al nostro organismo per sintetizzare l’acido nitrico, ottimo per la salute dei vasi sanguigni.
Notevole è anche l’apporto di vitamine e sali
minerali, tra cui:
Vitamina
E
Vitamine
del gruppo B (tranne la vitamina B12)
Calcio
Magnesio
Potassio
Zinco
Fosforo
Le noci contengono tantissime proprietà
Un altro aspetto interessante è che le noci
contengono acido ellagico, un antiossidante naturale di cui si stanno studiando
le proprietà antitumorali. Le noci inoltre può contribuiscono a regolare il ritmo di sonno-veglia,
poiché contengono melatonina, che è appunto quella sostanza che ci fa riposare
bene.
Le calorie delle noci e la carica energetica che ci danno non sono quindi l’unico aspetto che rende questo frutto oleoso perfetto per un’alimentazione sana.
Calorie noci: ecco come cucinarle
Le noci dal punto di vista culinario sono
molto versatili e si prestano sia a
preparazioni dolci che salate. Grazie al loro apporto calorico inoltre sono
perfette per arricchire qualunque tipo di ricetta, dando quella carica in più che
serve a colazione o a merenda. Sono indicate da aggiungere anche nell’insalata, rendendola un piatto completo e
sfizioso.
Per cominciare, al mattino puoi aggiungere qualche gheriglio di noce a un muesli preparato con yogurt, fiocchi d’avena uvetta e gocce di cioccolato. Davvero goloso!
Il muesli con yogurt e noci per una colazione sana
In alternativa puoi preparare una merenda
leggera ma nutriente come un plumcake
semplice con noci e miele. La ricetta è molto semplice, basta preparare l’impasto
unendo farina integrale, burro, yogurt, le noci tritate e il miele. Si versa in
uno stampo e si inforna per circa un’ora a 180°.
Pansoti di Sori al sugo di noci
Se sei un amante delle noci, trovi nel menu di Nutribees alcuni piatti gustosi, come i nostri Pansoti di Sori al sugo di noci e le Castagnette del bosco, dei saporiti gnocchetti di patate e castagne con un sugo di Noci e funghi porcini, perfetti per un primo autunnale. Ordina ciò che preferisci, ti verrà consegnato comodamente a domicilio!